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 Una nutrita rappresentanza, formata dall’Assessore alla Cultura, dott. Costantino De Micheli, dal prof. Giancarlo Ranalli, Presidente dell’Associazione Culturale “Badhesa”, dal parroco, padre Mircea Coros e da  alcune abitanti di Villa Badessa, e  è arrivata a Ururi dalla piccola comunità abruzzese a suggellare una collaborazione informale tra i comuni di Ururi e Rosciano, lo Sportello Linguistico Arbëresh e l’Associazione Culturale “Badhesa”.

 

L’incontro è avvenuto nella Sala Consiliare del Comune di Ururi e si è affrontato il tema della comunanza di radici, dell’appartenenza alla lingua e cultura della madrepatria, dell’orgoglio di continuare a parlare la lingua dei nostri avi, conservata gelosamente da oltre cinque secoli e tramandata di padre in figlio, dell’organizzazione di eventi culturali e musicali per non dimenticare le canzoni popolari e per continuare a tramandare le nostre radici anche ai nostri figli e alle generazioni future.

 

A Villa Badessa si è conservato molto bene il rito greco-bizantino, praticato durante le celebrazioni religiose, mentre si è perso quasi completamente l’aspetto linguistico.

 

La tavola rotonda si è conclusa con i ringraziamenti a tutti i presenti e con l’auspicio di una collaborazione presente e futura con la comunità di Villa Badessa.

 

Al termine della tavola rotonda, l’Associazione Culturale “Le nostre radici” ha messo in scena “l’eccidio dei Vardarelli”, fatto storico realmente avvenuto in Ururi  il 9 Aprile 1818 e che il prof. Luigi Ciarfeo aveva ampiamente illustrato nel corso della tavola rotonda. A seguire un ricco buffet e una serata Arbëreshe di musica e poesia a cura del gruppo ururese “Effetto serra”.

 

 

 

 

 

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Il 6 Maggio 2016 lo Sportello Linguistico Arbëresh ha partecipato a “Parleuropa”, il rally delle lingue, gioco linguistico a tappe patrocinato dall’associazione AIM (Agenzia Intercultura e Mobilità).

L’evento ha avuto luogo a Termoli ed è stato inserito all’interno delle tre giornate dedicate alla BT Molise, la Fiera del Turismo organizzata dall’Istituto Boccardi di Termoli che si è svolta a piazza Sant’Antonio dal 5 al 7 maggio.

Il “rally delle lingue” è un’occasione per suscitare nei ragazzi delle scuole che vi partecipano curiosità verso le lingue, un modo per farli inserire in un mondo multilinguistico e multiculturale.

Le lingue proposte per i giochi sono state l’inglese, il francese, l’arabo, il croato, l’arbëresh e il multilinguismo: sei tappe disposte all’interno del borgo medioevale di Termoli. I linguisti hanno preparato un numero variabile di prove-gioco da sottoporre alle squadre di studenti (sei classi di seconda media di Termoli, Campomarino e Petacciato); ciascuna tappa prevedeva la soluzione delle prove nel tempo massimo di dieci minuti.

Nella fattispecie dell’Arbëresh, le prove sono state due: nella prima bisognava memorizzare alcune immagini con il relativo termine in Arbëresh impresse su un cartellone e successivamente, mediante dei tasselli, abbinare la parola giusta all’immagine; nella seconda prova occorreva tradurre gli stessi termini Arbëresh in Italiano.

I ragazzi si sono mostrati attenti e hanno partecipato con entusiasmo.

Vincitori dei giochi linguistici le classi 2L -terza classificata, 2D -seconda classificata e 2A –prima classificata della scuola Bernacchia Brigida di Termoli che si sono aggiudicate un premio in denaro.

 

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Per avere un quadro generale più preciso della conoscenza della lingua Arbëreshe nelle famiglie di Montecilfone, lo Sportello Linguistico ha promosso un'indagine statistica che evidenziasse la conoscenza della stessa nelle nuove generazioni e nelle loro famiglie, nonchè l'utilizzo della lingua minoritaria nel contesto familiare. Si è pensato, in tal modo, di effettuare un'analisi campione prendendo come modello le famiglie degli studenti della scuola Materna, Elementare e Media di Montecilfone. Si è proceduto alla realizzazione di un questionario e alla distribuzione di esso nelle tre scuole, in modo da farlo compilare alle famiglie e riconsegnare.
I risultati ottenuti sono stati molto interessanti per la presenza di un dato positivo: alla domanda “Si parla la lingua Arbëreshe nella tua famiglia?”, ben l’82% delle famiglie prese come modello ha risposto in maniera affermativa. Il dato è certamente confortante perché fa capire che un’alta percentuale della popolazione adulta (parliamo evidentemente di adulti di età compresa tra i 25 e i 50 anni) parla ancora abitualmente la lingua di minoranza in casa. Tale risultato si evince anche dal fatto che il 54% dei genitori è originario di Montecilfone. Un dato molto meno confortante riguarda il risultato della domanda “I tuoi genitori ti parlano in lingua Arbëreshe?”, poiché questo evidenzia che solo con il 38% dei ragazzi presi come modello i genitori interloquiscono in tale lingua. Ciò che colpisce osservando il grafico è l’alta percentuale relativa al “qualche volta”; questo risultato non è, tuttavia, del tutto sorprendente in quanto il grafico relativo all’appartenenza dei genitori mostra che nel 28% dei ragazzi intervistati solo uno dei genitori è originario di Montecilfone e quindi potenziale parlante Arbëresh. È naturale, quindi, che in un ambiente familiare composito la lingua non possa inserirsi agevolmente e che sia la lingua principale a prendere il sopravvento o essere l’unico codice linguistico utilizzato. Questo risultato, ovviamente, causa il timore di una progressiva, evidente e, purtroppo, inevitabile perdita del codice linguistico minoritario nelle nuove generazioni, che nel 62% dei casi parla la lingua minoritaria saltuariamente o non la parla affatto. Da questa indagine, inoltre, si evince qualcosa di vitale importanza per l’opera di valorizzazione e di recupero della lingua minoritaria. Alla domanda “Ritenete utile la salvaguardia della lingua e cultura Arbëreshe”, infatti, il 95% delle famiglie ha risposto in maniera affermativa. Infine, solo il 9% degli intervistati ha affermato di essere a conoscenza della legge 482/99.Tutto questo porta a concludere che, nonostante non sempre avvenga la trasmissione naturale della lingua all’interno della famiglia, di padre in figlio, così come accadeva fino a pochi decenni fa, si sente tuttavia la necessità di salvaguardarla e di proiettarla verso il futuro, affinché non venga dimenticata. Fino a qualche decennio fa si riteneva che l’apprendimento di una lingua “non ufficiale” potesse essere di ostacolo all’apprendimento della lingua nazionale. Gli studi, al contrario, dimostrano che acquisire più lingue in modo parallelo, in età pre-scolare e scolare, aiuta a passare con maggiore facilità da un codice linguistico all’altro, aumentando l’elasticità del nostro cervello a produrre codici linguistici differenti. Molti sostengono che la lingua Arbëreshe sia una lingua di scarso valore e di limitato interesse per la vita di oggigiorno; essa è spesso intesa come lingua “inferiore” e non alla pari delle altre lingue straniere che si studiano a scuola. Semplicemente, più in generale, essa non è ritenuta importante per il futuro delle nuove generazioni.
Ma come si può parlare di futuro senza parlare di passato? Il passato di una comunità che è riuscita a conservare gelosamente per oltre 500 anni una lingua e cultura diverse da quelle nazionali non può essere cancellato perché il passato di una comunità è parte integrante dei suoi abitanti, costituisce il loro bagaglio culturale e non può, non deve essere dimenticato.
Le comunità Arbëreshe dovrebbero sentirsi fiere di essere riuscite, nell’arco di cinque secoli, a conservare la lingua e le tradizioni dei propri avi, di essere una piccola fonte di cultura all’interno della nostra nazione, di creare un futuro al passato. Uniti nella lingua nazionale, nella consapevolezza di appartenere ad una piccola minoranza che rischia di scomparire per sempre.

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Gli Sportelli Linguistici del Molise partecipano alla I Festa dei Comuni del Basso Biferno. Il 28 Giugno 2015 si è svolta a San Martino in Pensilis la 1° edizione della festa dei Comuni del Basso Biferno. Molte sono state le attività della festa: una sfilata dei comuni e delle associazioni locali, un percorso eno-gastronomico culturale e turistico, degustazioni negli stand, musica, rievocazioni storiche, canti popolari, concerti di strada e teatro. Gli Sportelli Linguistici hanno partecipato mettendo in mostra i loro lavori nello stand del  Comune capofila, Montecilfone. L’addetta ha fornito chiarimenti relativi alle attività degli Sportelli ai numerosissimi visitatori incuriositi e distribuito il materiale a disposizione. 

Sportello Linguistico

Lo Sportello Linguistico Regionale(SLR) per le minoranze linguistiche storiche del Molise, nasce per tutelare le comunità di lingua e cultura Arberesche;  (Campomarino-Motecilfone-Portocannone-Ururi) e quelle di lingua e cultura Croata (Acquaviva Collecroce-Montemitro-San Felice del Molise)