Tra tutti i paesi arbëreshë del Molise Portocannone è quello in cui le tradizioni sono ancora molto vive.
L'impronta degli antichi coloni emerge nella particolare struttura urbanistica del paese che ne fa uno dei centri più interessanti del Molise. Portocannone, che deriva la sua denominazione dall'etimo "Porta Kandora" o "Portacandesium" risalente all'anno mille, è un paese "posto in pianura in un luogo vistoso e aperto, che soddisfa l'occhio non solo del Mare Adriatico ma anche di altri luoghi di Puglia, Abruzzo e convicini. (Mons. A. Tria 1744).
Il paese II centro storico è una sorta di fortilizio a pianta rettangolare le cui mura sono costituite dalle stesse abitazioni e da cui si può accedere da una porta principale, sovrastata dalla torre dell'orologio e dal campanile della chiesa di San Pietro e Paolo. Il borgo antico è il più importante esempio di "Gjtonja", quartiere fortificato dove si svolgeva la vita sociale del villaggio, secondo le consuetudini tramandate dai primi coloni albanesi. E' proprio la chiesa di San Pietro e Paolo il luogo di culto più antico del paese e custodisce al suo interno il famoso battistero a forma ottagonale ricavato da un tronco di quercia intagliata da abili artigiani albanesi. Sembra infatti che la materia prima per la costruzione del battistero provenga proprio dall'Albania e abbia viaggiato insieme ai profughi fuggiti dall'assedio degli Ottomani nel lontano 1500 e giunti in Molise guidati dalla Vergine di Costantinopoli. A ricordare la loro Salvatrice c'è l'icona delta Vergine nota come Odegitria (colei che indica la via). L'immagine si trova sulla parete dell'altare maggiore per sottoporsi l'adorazione degli abitanti, memori del lungo viaggio e della fuga del popolo perseguitato dai turchi. Oltre alla chiesa Portocannone vanta un altro monumento degno di visita: si tratta dell'imponente Palazzo Baronale fatto costruire nel 1735 dal barone Cini, ed è adiacente alla Piazza Giorgio Castriota Skanderbeg, il grande eroe albanese nato nel 1405 a Kruja, città gemellata con Portocannone.
La Carrese La memoria di quella fuga e dell'insediamento nel territorio molisano da parte degli Arbëreshë viene ogni anno rievocata in occasione della ricorrenza patronale con la famosa corsa dei carri che si svolge il lunedi successivo alla domenica di Pentecoste. Si tratta dell'evento più importante per il paese: una gara agonistica disputata tra due, o tre, partiti: quello dei Giovani, dei Giovanotti e attualmente dei XH<uvëntjelvet. I membri dei gruppi, segretamente e in concorrenza tra loro, nel corso dell'anno, si prendono cura degli animali: buoi pregiatissimi di razza calabrese. Nelle prime edizioni erano legate al giogo due coppie di buoi, oggi invece, come per gli altri paesi dove è viva questa tradizione, i carri sono trainati solo da due animali. La vittoria assicurerà al carro e alla fazione vincitrice, l'onore di portare e scortare l'effigie della Vergine Odegitria, nella solenne processione dell'indomani, in occasione della celebrazione liturgica. La corsa dei carri, tra sacro e profano, rappresenta la peculiarità degli Arbëreshë di Portocannone. La carrese è uno degli eventi più importanti che anima il paese e che richiama centinaia di persone dai paesi vicini e da ogni parte d'Italia. Di anno in anno infatti, aumenta il turismo legato alle carresi, competizioni provenienti dalla tradizione e che ancora oggi si corrono anche ad Ururi e San Martino in Pensilis con modalità diverse.Il carattere rurale della festa, che esalta con la forza fisica dell'animale anche la componente agonistica del carattere arbëresh, è ben visibile proprio nel cerimoniale che ne caratterizza lo svolgimento. A mezzogiorno, sul sagrato della chiesa, dopo la benedizione degli animali, i carri si avviano verso il luogo della partenza, seguiti dal sindaco, dalle autorità, dai cavalieri e dai componenti delle due fazioni. La partenza viene segnata da un colpo di pistola a salve sparata dal sindaco. I buoi si muovono al galoppo, incitati dai cavalieri, percorrono alcuni chilometri lungo il tratturo per fare ingresso nel paese e raggiungere il traguardo posto sotto il portale d'accesso al centro storico.
Le feste dalla tradizione arbëreshe Oltre alla corsa dei carri, numerose altre iniziative vengono promosse nel corso dell'anno: il Presepe Vivente arbëresh; Jashta, Jashta Karnuvalli, carnevale tipico arbëresh. L'obiettivo degli organizzatori e dei partecipanti che rendono viva la tradizione del passato è quello di tramandare, rievocare e valorizzare la cultura dei padri.
Portocannone oggi L'economia fondata su una buona produzione agricola, si articola in una filiera di prodotti tipici come l'olio e il vino, collocati nel mercato con marchi e denominazioni identificative delle famiglie che detengono la proprietà delle aziende produttrici. La collocazione territoriale del borgo collinare rende Portocannone particolarmente incline al turismo e il cartellone degli eventi è intrigante e appetibile. Ricca di appuntamenti è "l'Estate Portocannonese" che elenca tra i suoi eventi: la Corsa dei Carri estiva del 6 agosto, il teatro all'aperto, le sagre di quartiere, la fiera dei prodotti tipici, le iniziative sulla cultura arbëreshe promosse dal Comune e dalla Pro Loco Skanderbeg.