Questo è stato l’argomento di discussione della prima rassegna delle lingue minoritarie Arbëresh e Croato Na-našu e dei dialetti molisani organizzata a Ururi nei giorni 17 e 18 Novembre 2017.
I convegni sono stati fortemente voluti dallo Sportello Linguistico del Comune di Ururi, Pinuccia Campofredano, e dal Consigliere alla Cultura, Emiliano Plescia, per fare il punto della situazione delle lingue e dei dialetti in questione nonché per sensibilizzare la popolazione e le amministrazioni sull’urgenza di “salvare” la lingua mediante azioni private e pubbliche.
Il convegno è stato pensato con lo scopo di fare il punto della situazione delle lingue minoritarie presenti nel territorio regionale, in un momento di crisi delle stesse. Si vuole, pertanto, risvegliare la coscienza dei cittadini delle comunità di minoranza affinché tutti facciano qualcosa per riprendere in mano la vitalità della lingua e darle continuità nel futuro. Si è parlato, dunque, di ciò che è stato fatto e di ciò che si potrebbe ancora fare e, nella fattispecie, gli Sportelli Linguistici hanno preparato un discorso che racchiude, negli anni, il lavoro svolto e tutta la produzione atta a risvegliare la coscienza di far parte di una cultura differente, che ci accompagna nel corso di tutta la vita e che ci arricchisce.
Diversi gli approcci dei relatori (accademici, studiosi, appassionati) che hanno analizzato il tema centrale sotto aspetti diversi traendo, però, conclusioni molto simili: le lingue minoritarie e i dialetti caratterizzano un popolo, una intera comunità che si sente pienamente parte di essa, nonostante non sempre avverta il bisogno o la necessità di tramandare la lingua alle generazioni future.
Le lingue minoritarie così come i dialetti, tuttavia, hanno la necessità, il diritto di vivere e, per questo, è necessaria una continuità che deve essere trasmessa mediante la scrittura. Bisogna imparare a scrivere in modo da poter tramandare tutto il lavoro svolto in questi ultimi decenni da ricercatori, scrittori e musicisti.