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Altra località di origine e lingua arbëreshe, nota non solo per la sua forte componente culturale rappresentata da poeti, scrittori e uomini politici di rilevante statura come Luigi Incoronato scrittore e Mario Tanassi ministro della Repubblica, ma anche dalla famosa carrese. La Carrese di Ururi si svolge il 3 maggio. Regolamentata da un disciplinare assai rigido, la Carrese di Ururi è caratterizzata dalla presenza di due carri: "Giovani" e"Giovanotti". II percorso, leggermente in salita è lungo 4 Km., con partenza dalla masseria di Bosco Pontoni. I carri si dispongono alla distanza di 20 metri l'uno dall'altro. Vince il carro che imbocca Via Commerciale, vicolo che conduce alla chiesa di S. Maria delle Grazie. E una delle più singolari feste di propiziazione e si collega al culto del Legno della CROCE, la reliquia che la mamma dell'Imperatore Costantino avrebbe portato con sé dall'Oriente, e donata alla chiesa di Ururi dalla famiglia Giammiro. Secondo la tradizione, viene trasportata in processione da un carro trainato dalla pariglia di buoi che il giorno precedente ha tagliato il traguardo dell'accesa competizione, in ricordo di un simile avvenimento occorso molti secoli prima dai buoi che avrebbero guidato gli arbëreshe; nel loro peregrinare nelle terre del Basso Molise, tra la fitta vegetazione del bosco Pontoni oggi inesistente, dirigendosi verso la località dove sono attualmente insediati.
Ururi, Ruri in lingua albanese, deriva dall'etimo dell'antico casale di "aurole"- che nella bolla pontificia di Lucio III del 1181, viene denominata "Aurora" e che nel corso dei secoli ha subito diverse varianti morfologiche, fino alla forma attuale comparsa per la prima volta nel XVIII secolo. Molti ed affascinanti studi hanno cercato di individuare il significato originale della denominazione della colonia di albanesi posti nel 1456 sotto gli auspici del vescovo monsignor De Miseriis, della diocesi di Larino, territori passati poi alla proprietà demaniale intorno al 1785, dopo <span> .l'abolizione del diritto feudale. La chiesa della Santissima Trinità, posta originariamente all'interno dell'abitato, sorgeva nello stesso sito dell'attuale chiesa edificata intorno al XVIII secolo con il titolo di Santa Maria delle Grazie.
Gruppi folkloristici, associazioni culturali, pro-loco, animano l'estate ururese con iniziative di spessore che fanno rivivere gli antichi ricordi nei canti popolari interpretati dal gruppo musicale "Yllazet te regjenda" le stelle d'argento. Altre Associazioni come "Shokata kultore arbëreshe", s'impegnano nella promozione di iniziative, sostenute dal Comune e dalle Istituzioni regionali, per la valorizzazione linguistica e culturale del paese. La storia di Ururi e intimamente legata alla strage dei Vardarelli. Capeggiati da un disertore dell'esercito regio Gaetano Meomartino di Castel Nuovo dauno, i Vardarelli avevano costituito una banda di briganti che saccheggiavano e terrorizzavano la Daunia e i paesi confinanti con uccisioni, furti e rapine. Amnistiati dall'esercito regio che aveva più volte tentato di debellarli, i Vardarelli ne divennero un corpo speciale. Furono soppressi il 19 aprile del 1818 nella piazza del paese, da una parata di fuoco esplosa dai fucili dei componenti di una famiglia che voleva, tra le altre cose, rivendicare, in ossequio alle norme di un consuetudinario codice d'onore, l'oltraggio subito da una delle donne . La strage dei Vardarelli è stata tramandata nell'immaginario collettivo coi contorni leggendari. L'economia di Ururi e basata sulla commercializzazione di prodotti tipici come l'olio delle tenute marchesali.
Lo Sportello Linguistico Regionale(SLR) per le minoranze linguistiche storiche del Molise, nasce per tutelare le comunità di lingua e cultura Arberesche; (Campomarino-Motecilfone-Portocannone-Ururi) e quelle di lingua e cultura Croata (Acquaviva Collecroce-Montemitro-San Felice del Molise)